fbpx
 
ADDRESS :Corso Trento, 23
CALL US:+39 0172 695442
WORKING HOURS:9 AM - 6 PM

LA STORIA

https://www.fratellidutto.it/wp-content/uploads/2018/12/la_storia_1_fratelli_dutto-1.jpg
https://www.fratellidutto.it/wp-content/uploads/2018/12/la_storia_2_fratelli_dutto-1.jpg

Il passato: l’arte fa la differenza

Sei figli, cinque maschi e una femmina; i ragazzi sono tutti falegnami. Il legno è la materia che lavorano, che respirano e che vivono ogni giorno. Il laboratorio è lì, sotto casa, dove i genitori, dediti all’etica del lavoro e della fatica ma non privi di senso artistico, mettono l’anima per quest’attività. Famiglia e laboratorio sono un tutt’uno.
Un papà di grande esperienza e manualità, e una mamma imprenditrice, gettano i pilastri di una tradizione che persevera e si rinnova ancora oggi. Giuseppe e Dario, con gli altri fratelli e sotto la guida di Piero, il più vecchio tra loro e manager rigorosissimo, tra gli anni ’50 e ’60 si rimboccano le maniche per portare avanti, orgogliosamente, l’impresa. Ognuno ha il proprio talento, ma sono accomunati dal sentirsi falegnami, artigiani e per molti versi artisti, focalizzati sulla cura del dettaglio, dell’originalità della creazione, più che sulla mera resa economica.
Papà Dutto, fondatore della falegnameria, conta sull’aiuto di molti garzoni e il laboratorio mantiene 15 persone all’attivo. Nel primo Dopoguerra il boom economico deve ancora arrivare. Non esistono ancora i mobilifici e nemmeno ci si immagina cosa sia l’industria del mobile in stile nordico che nascerà di lì a poco. La richiesta è alta; si lavora molto, con grande cura e ricerca del dettaglio. Piero, responsabile di produzione – si direbbe oggi – non ammette errori e Renato, il più preciso tra i fratelli, sa che “un cassetto ben fatto deve funzionare anche senza mettergli la colla”. Allora, tra le falegnamerie, c’è chi produce il mobile seriale, il barocco, la camera da letto, ma delle 20 imprese che allora popolano Fossano, quella della famiglia Dutto è l’unica a non mollare, non solo senza snaturarsi nella propria identità ma anche rafforzando la tensione artistica, manuale e allo stesso tempo intellettuale del lavoro artigiano e diversificando l’attività. In famiglia è Dario a imprimere un nuovo slancio al laboratorio: intarsiatore, intagliatore e scultore, si dedica all’arte applicata e negli anni ’50-’60 viene a contatto con il mondo dell’architettura e del nascente design d’interni. Dario lavora con Mario Oreglia, collaboratore del designer e architetto di fama mondiale Carlo Mollino: i pezzi realizzati con Oreglia finiscono su importanti riviste di settore e hanno risonanza internazionale.
La tensione artistica è evidente anche dalla passione con cui i fratelli Dutto si adoperano per i restauri commissionati dalla Sovrintendenza delle Belle Arti. Ma intorno agli anni ’80 l’azienda deve affrontare un momento cruciale: mancano le nuove generazioni, il passaggio del testimone è a rischio e con esso il futuro della falegnameria. È allora che subentra Giorgio, figlio di Giuseppe, raccogliendo quel testimone per costruire un nuovo presente.

Il presente: nuove sfide, nuovi volti

Oggi la falegnameria Dutto si presenta con il volto delle ultime generazioni, i coniugi Giorgio e Anna, affiancati dal figlio Daniele. Giorgio, laurea in Geologia nel 1982, è il figliol prodigo che papà Giuseppe accoglie quando ormai non ci sperava più. Dopo anni di studi e professione nel settore dell’estrazione petrolifera, tra deserto libico e piattaforme, Giorgio sente il richiamo di casa e il rimorso di vedere l’attività estinguersi per la mancanza di nuove leve in famiglia è più forte della paura di rimettersi totalmente in gioco. È il 1986: lascia il suo lavoro e torna. Ha 28 anni. Da garzone ha frequentato il laboratorio ma solo per svolgere mansioni dove non poteva “fare danni” e ora il mestiere lo deve imparare davvero. Papà Giuseppe soffre nel vederlo apprendista a quell’età ma nonostante il primo anno di crisi, Giorgio supera le difficoltà iniziali e inaugura un nuovo corso, grazie a specializzazioni di settore che altri artigiani non vantano. Montaggio di portoncini blindati con qualsiasi tipo di rivestimento (antico o moderno), restauri di soffitti a cassettoni e porte interne del Settecento con le laccature, lavori in collaborazione con architetti su progetti complessi ampliano l’offerta di base rafforzando l’identità artistica dell’attività.
Anche la moglie Anna arriva da un percorso di conversione professionale: per lei la sfida è altrettanto ardua. Nel 2000, inizia a frequentare il laboratorio assecondando la sua passione per l’interior design, i tessuti e i colori e si specializza in sverniciatura, verniciatura, laccatura con colori, finitura a cera o a impregnante. Sotto le sue mani e grazie alla sua creatività, il mobile cambia pelle e comincia una nuova vita.
Il domani ha le idee chiare, senza compromessi, sulla scia di una passione che emerge già in tenera età. Daniele, uno dei tre giovani figli di Giorgio e Anna, non ha dubbi e la sua formazione racconta di una carriera promettente nel campo del restauro di opere d’arte su tela e su tavola lignea. Spinto da un amore straordinario per l’arte si iscrive all’Istituto “Amleto Bertoni” di Saluzzo con indirizzo “Restauro ligneo”, trampolino di lancio che lo porta a superare il test di ammissione a uno dei corsi di laurea magistrale di maggior specializzazione in Italia: “Conservazione e Restauro dei Beni Culturali presso l’Università di Torino in convenzione con il Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale”. Daniele è uno dei soli 10 studenti ammessi al corso “Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile; manufatti dipinti in legno; arredi e strutture lignee; manufatti in materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti”, tra i migliori dunque del Paese. Passione e professionalità ad altissimo grado di conoscenza nonostante la giovane età, aprono nuovi sbocchi e, accanto al restauro di arredi, arriva così in laboratorio anche quello su dipinti lignei. Daniele riesce dunque a coniugare la tradizione del restauro di un tempo, tutto basato sulla pratica, alle conoscenze scientifiche, poiché oggi l’artigiano è anche uno specialista, uno scienziato non privo di competenze di chimica, storia dell’arte, studio delle tecniche. Ancora una volta, in casa Dutto, le nuove generazioni apportano innovazione, spunti positivi e nuove professionalità, ma sempre nel rispetto dell’identità e della tensione artistica nella creazione, nella trasformazione e nel restauro della materia prima: il legno.

https://www.fratellidutto.it/wp-content/uploads/2018/12/la_storia_4_fratelli_dutto-1.jpg
https://www.fratellidutto.it/wp-content/uploads/2018/12/la_storia_3_fratelli_dutto-1.jpg